Achille Costacurta, ospite del podcast One More Time, ha raccontato dei suoi disturbi e delle sue dipendenze, per la disperazione dei genitori.
Avrebbe potuto avere una vita semplice, bella, nel segno del successo e della ricchezza, e invece non è così. Ad ammettere le difficoltà della sua esistenza, Achille Costacurta, il quale, nel podcast One More Time, intervistato da Luca Casadei, ha raccontato diversi aneddoti, si è confidato, mettendosi a nudo, rivelando le problematiche di cui soffre sin da bambino.
Oggi, Achille Costacurta ha 21 anni, un bel giovane, segnato da esperienze drammatiche. Figlio della modella e imprenditrice Martina Colombari, ex Miss Italia, e di Alessandro “Billy” Costacurta, storico calciatore del Milan, il ragazzo ha rivelato di aver trascorso un’adolescenza tormentata, per via di alcuni problemi mentali, sfuriate che lo hanno portato a diversi ricoveri per TSO.
Da adolescente, Achille Costacurta ha avuto numerose sfuriate, preda dell’ira, che hanno costretto i genitori a chiedere ricoveri d’urgenza. Sette TSO, detenzioni per risse e per detenzioni di droghe, poi la diagnosi di ADHD, ossia il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, infine il tentativo di suicidio. Un’esistenza complessa, la sua, e un rapporto conflittuale con i propri genitori.
Non è mai facile gestire un figlio, soprattutto se un figlio soffre di questi disturbi, e per Martina Colombari e Billy Costacurta è sempre stata una sfida, alla quale loro non si sono mai sottratti. Eppure, come ammesso dallo stesso Achille, anche loro ne sono usciti a pezzi, stremati. Gli sono sempre stati vicino, lo hanno sempre sostenuto, ma c’è stato un momento in cui hanno vacillato.
“Ho iniziato a fiumare a 13 anni, a 18 ho provato la mescalina”, ha ammesso Costacurta, “Una volta ho avuto una colluttazione con la Polizia, ero sotto effetto e ho dato di matto su un taxi. Il poliziotto mi ha tirato un pugno in faccia, io avevo le allucinazioni e ho reagito. Mi hanno fatto il primo TSO, poi ne ho fatti sette in totale”. Le rivelazioni del ragazzo sono scioccanti.
Ogni TSO rappresenta un caso a sé, ad esempio, a Milano il giovane è stato rimasto legato a letto per tre giorni, mentre in altre occasioni i medici sono stati gentili e comprensivi. In un’occasione ha fatto fatto a pugni con un medico. Ora, Achille si è ripulito, non si droga più, specie dopo la disintossicazione in una clinica svizzera. “Stavo per morire, avevo i battiti del cuore a 150. Ora ho cambiato vita grazie ai medici”.
In Svizzera gli stata diagnosticata l’ADHD. I suoi genitori si sono preparati affrontando persino un corso per le persone affette da ADHD. “Il nostro rapporto è cambiato, prima litigavamo, io scappavo e spaccavo tutto, ora siamo sereni, loro sanno dirmi di No”. Il tentativo di suicidio, invece, è avvenuto quando aveva solo 15 anni ed era ricoverato in comunità.
Approfittando della distrazione degli operatori, era riuscito a intrufolarsi in infermeria, a rubare alcune boccette di metadone e a buttarle giù per farla finita, aveva assunto una dose enorme. I pompieri erano stati costretti a sfondare la porta. In fin di vita, Achille era stato trasportato in ospedale, dove era riuscito a sopravvivere. “Una volta ho chiesto ai miei di portarmi a fare l’eutaniasia, volevo morire, non avevo emozioni. Lì, per la prima volta ho visto mio padre piangere”. “Voglio la custodia di Santiago”, Stefano furioso dopo l’intervista di Belen a Belve.
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